
Il futuro del Dipartimento dell’agricoltura
Il Dipartimento dell’agricoltura statunitense (lo Usda), con un budget di 153 miliardi di dollari e quasi 100mila dipendenti, gestisce 29 agenzie e uffici. I suoi compiti vanno dal sostegno alimentare agli americani più poveri alla gestione delle mense delle scuole pubbliche, dalla gestione del Servizio Forestale alla direzione della Commodity credit corporation, ente preposto alla stabilizzazione, protezione e sostegno dei redditi agricoli e dei prezzi.
La politica alimentare progressista portata avanti a livello federale dal Dipartimento è stata in lenta ma costante ascesa sin dall'amministrazione del presidente Clinton. In quel periodo, all'inizio degli anni '90, si iniziò a sollecitare la Casa Bianca a migliorare il cibo nelle scuole pubbliche e ad introdurre i primi standard biologici nazionali, mentre l'attenzione del Dipartimento alle questioni dei diritti civili andava intensificandosi.
Quando Trump arrivò alla Casa Bianca nel 2017, il suo Segretario per l'Agricoltura, Sonny Perdue, trasferì le più grandi agenzie di ricerca scientifica del Dipartimento (l'Economic Research Service e il National Institute of Food and Agriculture) da Washington D.C a Kansas City, con la conseguenza che molti dipendenti preferirono dimettersi piuttosto che trasferirsi. Il personale del Dipartimento venne quindi sventrato, limitando l'efficacia delle agenzie. Nonostante questo, il presidente Trump ha goduto di una certa popolarità in molte comunità rurali, dopo aver allentato le normative vigenti e pagato sussidi agli agricoltori, a seguito delle controverse politiche commerciali portate avanti dalla sua amministrazione e, nell’ultimo anno, per fare fronte alla pandemia di COVID-19.
Più in generale, secondo il Food and Agricultural Policy Research Institute dell'Università del Missouri, nel 2020 il settore agricolo ha ricevuto il maggior contributo pubblico ai redditi dal suo precedente record, stabilito nel 2005. L'ingente portata dei sussidi implica che il sostegno pubblico ha rappresentato circa il 40% del reddito agricolo totale nel 2020. Nonostante ciò, il settore rimane sotto pressione e necessita di riforme sostanziali: tra queste spiccano la ricerca di soluzioni che facilitino la lotta al cambiamento climatico, la fissazione di regole per l'allevamento biologico, riguadagnare la fiducia degli agricoltori afroamericani, ripristinare gli standard alimentari scolastici e rafforzare il sistema di etichettatura sugli OGM.

Per raggiungere questi ambiziosi risultati il neo eletto presidente Biden ha puntato tutto su Tom Vilsack, un volto noto a Washington in quanto già Segretario dell’Agricoltura durante i mandati del presidente Obama. Con la nomina di Vilsack, che deve ancora ricevere la conferma da parte del Senato per poter assumere l’incarico, Biden punta sull’esperienza e sulla possibilità di mettersi subito al lavoro su problemi di sicurezza alimentare e nutrizione legati alla pandemia.
Il numero di americani in condizione di insicurezza alimentare è aumentato a più di 50 milioni nel 2020. Nel 2019 erano circa 35 milioni.

Non tutti sono tuttavia d’accordo con questa nomina, dato che Vilsack sarebbe anche conosciuto con il poco lusinghiero nome di “Mr. Monsanto”: secondo l’Organic consumers association (Oca), un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove il biologico negli Stati Uniti, Vilsack avrebbe infatti approvato almeno 13 organismi geneticamente modificati, più di qualunque altro Segretario all’Agricoltura nella storia del Paese. Molti di questi sono stati sviluppati proprio dalla Monsanto (famosa azienda multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie), tutti progettati per sopravvivere all’aggressione dei pesticidi venduti dalla multinazionale stessa.
Inoltre, Vilsack è anche presidente del Dairy export council americano (Usdec), che rappresenta gli interessi dell’industria lattiero-casearia e che oltre a finanziare gli allevamenti intensivi e l’utilizzo di mangimi geneticamente modificati ricchi di pesticidi, è anche favorevole al mantenimento dei prezzi pagati agli agricoltori al di sotto del costo di produzione, garantendo lo strapotere delle sole grandi aziende agricole.
I gruppi per i diritti civili avevano esortato Biden a scegliere la democratica Marcia L. Fudge, che dal novembre 2008 al gennaio 2021 è stata membro della Camera dei Rappresentanti per l'Ohio, per dirigere il Dipartimento per l’Agricoltura, in virtù della sua leadership alla sottocommissione parlamentare dell’Agricoltura sulla nutrizione e della sua attenzione ai programmi per alleviare la fame. Fudge, invece, è stata scelta da Biden per guidare il Dipartimento per la casa e lo sviluppo urbano.
Gli imprenditori agricoli afroamericani sono stati particolarmente delusi da questa scelta, lamentando una sistematica emarginazione da anni, sia tramite leggi discriminatorie, sia tramite logiche di mercato perverse che rendono loro più difficile l’accesso a prestiti e programmi statali - tanto che nell’ultimo secolo le terre in mano ai neri sono diminuite dell’85%.
Non resta quindi che aspettare per vedere se Vilsack sarà in grado di affrontare le grandi sfide che lo aspettano, o se darà ragione ai suoi detrattori dimostrandosi solo un corporate man.
Di Roberta Di Meo
Grafiche a cura di Daniele Baldo
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