
La fine del muro e la storia delle altalene rosa
Un muro, quello tra Messico e Stati Uniti, è stato abbattuto con delle “altalene rosa”: il miglior design del 2020.
Prima di scoprire la storia dell’installazione vincitrice di uno dei più importanti premi di design al mondo, ripercorriamo brevemente la storia del border-wall.
Un muro tra Stati Uniti e Messico
Durante la presidenza di George H. W. Bush (1989-1993) vennero costruite alcune barriere metalliche lungo il confine Sud del Paese. Nel 1990 nascevano i primi 23 chilometri della “barriera di separazione tra Stati Uniti e Messico”, anche detta “muro di Tijuana” dal nome dell’omonima città messicana. Bill Clinton proseguì la costruzione della barriera nel corso della sua presidenza e nel 1994 aumentò l’impiego di forze di polizia al confine, così da monitorare gli spostamenti, ridurre il trasporto illegale di droghe e controllare l’immigrazione.
La costruzione di un vero e proprio muro di cemento (alto 16 metri) è però stata volontà di Donald Trump, il quale ha fatto della costruzione del muro uno dei punti centrali della sua politica, non riuscendo tuttavia a completare l'opera. Tra l’altro, il desiderio di Trump era quello di rifilare l’intera spesa (di 20 miliardi di dollari) al Messico, che tuttavia non ha mai speso nulla, nonostante l'ex Presidente abbia affermato il contrario fino a pochi mesi fa.

Oltre al dispendio di vite umane (basti pensare che ogni anno i migranti che provano ad attraversare la frontiera sono in media 500 mila e solo negli ultimi 15 anni i latino-americani deceduti sono stati 5513), un’altra preoccupante conseguenza di questa barriera è il traffico di esseri umani controllato dai narcos e dai cartelli della droga. Questi, secondo l’UNODC (l’ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine), hanno ricavato un giro d’affari pari a 6,6 miliardi di dollari solo nel 2015. Inoltre, le bande (conosciute come Coyote) truffano i migranti: persone che speravano in una vita migliore, vengono separate dai cari e abbandonate nel nulla, trovando la morte.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la questione ambientale. Il muro è ed è stato una minaccia per la diversificazione dell’ecosistema ambientale: nell’habitat geografico vivono diverse specie animali e piante autoctone, tra cui diverse specie in pericolo di estinzione. Le barriere aggravano anche i danni causati dalle alluvioni, considerando che fungono da dighe artificiali impedendo all’acqua di defluire correttamente.
Dal negativo, per fortuna, troviamo alle volte risvolti positivi, spesso anche grazie all’arte. Arriviamo, così, alle “altalene rosa”.
Teeter-Totter Wall: le altalene rosa
Dall’idea di Ronald Rael, professore di architettura alla University of California, Berkeley, e di Virginia San Fratello, anche lei architetto e professoressa universitaria, è stata realizzata l’installazione artistica intitolata Teeter-totter wall: le altalene rosa che attraversano il muro tra Stati Uniti e Messico.
Nel 2009 Reael e San Fratello avevano ideato il progetto per il libro Borderwall as architecture, un’opera che porta i lettori in viaggio lungo il muro che taglia una “terza nazione”, gli “Stati Divisi d’America”. Sia protesta contro il muro che proiezione verso il futuro, il libro aveva l’obiettivo di trattare in maniera sottilmente umoristica l’insensata costruzione di barriere tra esseri umani.
L’installazione è diventata realtà solo 10 anni più tardi, anche grazie all’azione del Colectivo Chopeke, impegnato nell’unione delle comunità attraverso il design. Il Teeteer-totter wall è stata allestita nell’estate 2019, nel mese di luglio, permettendo a bambini e adulti di sentirsi vicini nonostante un gigante di venti metri li separasse.
L’installazione ha poi vinto il premio che viene assegnato dal Design Museum di Londra, uno dei più importanti al mondo nel settore.
Tim Marlow, direttore del Design Museum, ha sottolineato come l’installazione Teeter-totter wall abbia “incoraggiato nuovi modi di connessione umana” e di come le “altalene rosa” siano un “reminder creativo e toccante di come gli esseri umani possano superare le forze che cercano di dividerli”.
Quello che fai da un lato ha un impatto dall’altra parte. Ecco perché un’altalena. (Ronald Rael)
Giovedì 11 febbraio 2021 il presidente Biden è intervenuto al Congresso affermando di aver annullato la dichiarazione di emergenza nazionale sul confine tra Stati Uniti e Messico, voluta da Donald Trump. Nel febbraio 2019, l'ormai ex Presidente aveva espresso la necessità di indirizzare ingenti fondi (600 milioni di dollari dal Dipartimento del Tesoro e 6,1 miliardi dal Dipartimento della Difesa) al Dipartimento della Sicurezza, così da costruire il tanto discusso muro al confine tra Stati Uniti e Messico.
Biden si è mosso anche per riuscire a snellire le politiche di immigrazione di Trump, tra le quali spicca la creazione di una task force che possa riunire bambini separati dai propri genitori o tutori, allontanati a causa della politica di “tolleranza zero” sull’immigrazione di Trump.
Nonostante Biden abbia dichiarato di voler fermare la dichiarazione di emergenza dal primo giorno della sua presidenza, e l’annuncio di giovedì specifichi quanto per il nuovo presidente “questa fosse di per sè ingiustificata” - oltre a contrastare la deviazione di dollari per la costruzione del muro al confine - le buone intenzioni di Joe Biden sono rallentate dalla pandemia. Le autorità si trovano infatti costrette a respingere gran parte dei migranti, mantenendo la chiusura parziale del confine in nome della sicurezza e salute pubblica, con la speranza, non appena la situazione sarà migliore, di continuare a firmare ordini esecutivi e prendere scelte che possano sempre più allontanarsi dalla ferrea politica sull’immigrazione promossa e istituita dall’amministrazione di Donald Trump.
A cura di Francesca Naima Bartocci
Immagini dal muro

