Lo scontro sul filibuster

Lo scontro sul filibuster

Una regola procedurale del Senato è tornata al centro del dibattito politico. Potrebbe scomparire nel 2021?

A cura di Francesco Catalfamo e Daniele Baldo

E’ dal 1975, quando sull’onda dello scandalo Watergate i democratici iniziarono a rafforzare la maggioranza in Senato, che non si verificano più le condizioni per bloccare la pratica del cosiddetto “filibuster”. Né i democratici né i repubblicani hanno più conquistato i 60 seggi necessari a controllare qualsiasi operazione del Senato.

Ma cos’è il filibuster?

Secondo la 22esima regola del Senato, si consente a un senatore di prendere la parola e continuare a mantenerla per tutto il tempo questi ritenga necessario, salvo che un minimo dei tre quinti dei membri del Senato non decida di bloccarlo. Questo strumento, chiamato “filibuster”, è nelle mani dell’opposizione qualora voglia ritardare o bloccare le azioni intraprese della maggioranza in molti ambiti, tranne il bilancio e le nomine presidenziali.

Fino al 2013, anche le nomine del Presidente nell’ambito esecutivo e in quello giudiziario potevano essere soggette al filibuster, ritardando così di molto l'approvazione e bloccando l’agenda legislativa. Con una modifica del regolamento del Senato voluta dai democratici in sostegno a Obama, si decise di permettere nomine più rapide, consentendo ai Senatori di bloccare l’ostruzionismo con un voto a maggioranza semplice.


Il filibuster è riemerso all’interno del dibattito politico dal 5 gennaio scorso, quando, dopo le elezioni tenutesi in Georgia, il Senato si è ritrovato diviso a metà tra democratici e repubblicani, con il solo voto della Vicepresidente a fare da ago della bilancia. Dopo uno scontro tra maggioranza e minoranza si era arrivati a un accordo che prevede il mantenimento della regola del filibuster, ma che, nonostante le insistenze della leadership repubblicana, rimane solamente su base orale, anche grazie alle garanzie fornite da due senatori Dem, Sinema e Manchin.

Le ragioni della volontà di non modificare la regola del filibuster sono da riscontrarsi in tre principali motivazioni: la prima sta nel fatto che bloccando la regola del filibuster si bloccherebbe ogni possibilità di intervento dell’opposizione e quindi anche di dialogo tra maggioranza e minoranza all’interno del Senato statunitense; la seconda è più di carattere politico, in quanto i due senatori Dem oppositori della modifica sono i due che più spesso votano con i repubblicani - proprio Manchin e Sinema.

La terza ragione di divisione sul tema del filibustering risale alla modifica fatta proprio dall’attuale leader della maggioranza, il democratico Chuck Schumer.

Nel 2013, quando Schumer era presidente del comitato che organizza il regolamento del Senato, i senatori democratici detenevano una maggioranza non abbastanza ampia da poter far passare le proprie nomine senza l’aiuto dei repubblicani. In quel frangente si attuò una modifica del regolamento, che stabiliva la soglia a maggioranza semplice per l’approvazione dei membri del gabinetto e dei giudici delle corti inferiori.

Il problema per i Dem arrivò dopo la vittoria di Trump nel 2016: con la presenza di una maggioranza repubblicana al Senato, le nomine fatte dal Presidente vennero approvate nonostante la forte opposizione dei democratici, vittime della loro stessa modifica al regolamento e che sarebbero poi stati colpiti anche da un’ulteriore modifica da parte dei repubblicani, per l’approvazione dei giudici conservatori nominati da Trump alla Corte Suprema.

Nonostante ciò, nelle prime sedute dopo l'insediamento il Senato ha approvato il piano di aiuti per fare fronte alla pandemia da COVID-19 - il cosiddetto American Rescue Plan - voluto da Biden tramite il Reconciliation bill, strumento che permette di scavalcare l'ostruzionismo solo nel caso di norme in materia fiscale e votare a maggioranza semplice. Lo strumento del Reconciliation bill, però, ha dei pro e dei contro: il principale vantaggio di questo strumento consiste nel fatto che non richieda l’intervento dell’opposizione ma solamente il voto della maggioranza in Senato, aggirando la possibilità di ostruzionismo, ma, dall’altra parte, è consentito l’utilizzo del Reconciliation bill in solamente tre leggi in materia di bilancio ogni anno. L’approvazione al Senato di questo pacchetto di aiuti è arrivata il 6 marzo con un voto di 50 favorevoli e 49 contrari che evidenzia la spaccatura tra i due partiti e l’assenza di compromesso sulle misure adottate.

I Dem avranno alcune difficoltà a governare soprattutto in quegli ambiti in cui la regola del filibuster resta in vigore, anche per via dell’incessante opposizione interna, che ha fatto vacillare l’approvazione dello stesso American Rescue Plan.

Nonostante gli esponenti del Partito democratico a favore di una riforma del filibuster siano sempre più numerosi, Biden si trova nella difficile posizione di non voler rischiare di finire vittima di un eventuale modifica nel momento in cui i Dem dovessero tornare in minoranza in un prossimo futuro. Allo stesso tempo però, l’abrogazione del filibuster metterebbe la strada in discesa per i primi due anni dell’agenda Biden, consentendo ai democratici di approfittare del controllo della Casa Bianca e del Congresso.

Vuoi scoprire di più sul filibuster?
Alcune fonti in inglese.

  • Una storia del filibuster, con alcune delle ostruzioni più famose:
Filibuster
A filibuster is a political strategy in which a senator speaks—or threatens to speak—for hours on end to delay efforts to vote for a bill. The unusual tactic

  • Cosa serve per eliminare il filibuster?
What is the Senate filibuster, and what would it take to eliminate it?
Molly Reynolds explains the history of the Senate filibuster and the possible, but politically unlikely, ways to reform or eliminate it.

  • 7 miti relativi al filibuster:
7 myths about the filibuster
If people know anything about the filibuster at all, they tend to know that it's where senators stand up and talk, and talk, and talk — sort of like Jimmy Stewart did in Mr. Smith Goes to...

  • Una spiegazione video realizzata da Vox: